The awe etc… parte 11

Sento chiamare il mio nome, ma è un’eco lontana, lontanissima, e ci metto un po’ a capire che non me lo sto immaginando. – Ti vogliono al telefono! – mi urla qualcuno dall’altra stanza, con tono impaziente, come se avesse qualcosa di urgente da fare. Forse ce l’avrebbe anche, ma è poco ma sicuro che la sua maleducazione non deriva dall’eccesso di zelo. – Sono Marcus. Senti, non potremmo vederci stasera? Ho bisogno di parlarti. – Non riesco a ricordare se anche l’altra volta mi avesse dato del tu. No, credo di no. Questa inaspettata confidenza mi fa sentire, improvvisamente, di nuovo parte del genere umano. Una persona vera, trattata come una persona vera, non come un cliente, un collega, un tutore della legge. Chissà perché.
Ci vediamo a casa mia perché non mi viene in mente nessun posto in cui vorrei andare. Ci metto quattro ore a mettere a posto il salotto e la cucina, e solo perché butto alla rinfusa in camera tutto quello di cui non so cosa fare. Tanto la serata non avrà un epilogo romantico. La casa ha quasi un aspetto decente quando finisco, con le mie belle rose a farsi ammirare sul davanzale. All’improvviso realizzo che potrebbe anche averle mandate lui, e non capisco perché non ci avessi pensato prima. Ad ogni modo, metterle in mostra significa apprezzarle, quindi non vedo perché la loro presenza dovrebbe disturbarlo.
Mi sono messa un vestito. Un vestito elegante per stare a casa mia. Mi sento ridicola ma non posso farci niente, un appuntamento è un appuntamento, anche se con un tizio che probabilmente non sa nemmeno che sono una donna, con cui parlerò di gente morta e a cui cucinerò l’unica cosa che so fare, pollo al curry.
Gli cucino il pollo al curry, parliamo di gente morta, e poi lui mi bacia. Mi bacia sul serio, ma poi mi guarda come se non ci credesse neanche lui, mi guarda e sorride come se avesse appena vinto una scommessa. Mi guarda dall’azzurro crudele dei suoi occhi e io non capisco cosa voglia da me. Ma i suoi baci hanno il sapore profumato dei baci che non avevi ancora dato, e io sono felice, e di nuovo non penso più alle rose.

For the story so far, cliccami.

~ di farfugno su 18 novembre 2010.

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