Avete mai avuto… Parte 3

Ma con tutti i cazzo di animali che poteva avere la mia nuova famiglia, proprio un rottweiler?!? Tanto più che non ho mai capito come comportarmi con un cane. Devo stare immobile, sperando che non mi possa vedere, come insegna Jurassic Park a proposito dei tirannosauri? Devo fissarlo negli occhi per fargli capire che sono io il maschio alfa? Tanto per non sbagliare, decisi di darmela a gambe. E corsi, corsi come un disperato, corsi come mai avevo fatto nella mia smilza vita da ragazzo smilzo, finché non mi bruciarono i polmoni e il sudore che mi colava dalla fronte non potè più essere arginato dalle mie cespugliose sopracciglia. Tutto sommato, me la stavo proprio godendo, la mia seconda occasione. Prima (prima? Mezz’ora fa più o meno) l’idea di starmene sulla strada principale della città sudato e puzzolente, piegato in due dalla fatica e dalle risate isteriche e oggetto della disapprovazione generale degli astanti mi avrebbe praticamente ucciso, mentre in quel momento mi sembrava la cosa più oscenamente bella del mondo. Era come se fossi stato in coma per vent’anni: tutte quelle stronzate sul sentire il vento fresco sulla pelle, il respiro del mondo intorno a te, dell’essere una splendida parte e contemporaneamente anche un tutt’uno con l’universo, improvvisamente non erano più delle ridicole farneticazioni. Si, avevo una nuova vita, e me la sarei goduta fino in fondo. E per cominciare, sarei salito su quella Mercedes là, che si era appena fermata davanti al Grand Hotel Regis Excelsior, e il cui guidatore era incautamente sceso lasciando le chiavi inserite per andare a salutare amichevolmente il consierge. Sarei partito sgommando, manovrando con nonchalance un cambio dal funzionamento a me del tutto ignoto, e avrei guidato verso il sole fino alla costa. Avrei parcheggiato vicino alla spiaggia, avrei corso verso il mare togliendomi leggiadramente un capo di abbigliamento dopo l’altro, e avrei nuotato nudo per ore, per poi riemergere dallo sfondo di un tramonto infuocato. Fino al cambio, tutto andò come nella mia testa. Nel mio sogno lucido, però, non avevo considerato la polizia, né il traffico del venerdì pomeriggio, né la mia scarsissima attitudine alla guida sportiva. E, soprattutto, non sapevo che, là dove c’era un tranquillo rettilineo, mi aspettava invece una curva a gomito, realizzata per far posto alla Settima Chiesa Pentecostale Oriunda del Movimento di Chicago. Ora dirò che non è vero che tutta la tua vita ti passa davanti velocissimamente, in quegli ultimi attimi di coscienza, ma prima di schiantarmi contro il tronco anche abbastanza esile di quel cazzo di albero, devo ammettere che uno stringato riassuntino della giornata mi venne in mente. Forse non di tutta l’esistenza che mi ricordavo, ok, ma in quel preciso caso, in quel preciso universo, in realtà quella era proprio tutta la mia vita. Che fottuta sfiga di merda, avevo una vita perfetta e ora ero morto. O come minimo ero gravemente menomato, e la stupidissima chiesa pentecostale sarebbe stato l’unico luogo al mondo in cui mi avrebbero riservato una finta compassione umana. Eppure, quando riaprii gli occhi, non ero fra le nuvole circonfuso di una luce santa, né immerso in un’orrida mistura di sangue, fango, magma e altri dannati, e nemmeno in un letto d’ospedale. Ero seduto alla mia solita sedia, con l’impronta della tastiera spalmata sulla guancia destra, come se mi fossi appena svegliato da un sonnellino pomeridiano. Era così, dunque. Il mio scampolo di vita perfetta era, proprio come sembrava, soltanto un sogno. Forse, tutto sommato, era meglio così. Non ero fatto per il sesso, le belle automobili e la vita vera. Oh, ancora voi… Come, ora che hai sperimentato i vantaggi di un altro stile di vita, perché non cambiare? “Ogni minuto che passa è un’occasione per rivoluzionare tutto completamente!” (cit.). Che palle. “Sono troppo abituato a me stesso per voler cambiare.” (cit.) Ricominciamo da capo, quindi: è ora di fare merenda. Però, perché invece del mio letto singolo, in camera mia c’è un letto a castello? E perché, mentre me lo sto chiedendo, un tizio molto molto simile a me entra dalla porta e mi dice: “Ah, non ti sarai mica scordato che devi andare dal giudice al posto mio, vero? Ricordati di tirarti indetro i capelli, che con quella riga in mezzo sembri uscito dagli anni Novanta!”. Ora ho un fratello gemello? O forse sono davvero morto, e la mia pena è dover vivere con un altro me.

~ di farfugno su 21 giugno 2010.

2 Risposte to “Avete mai avuto… Parte 3”

  1. ciao! che storie fighe! mi sto appassionando al tuo bloggo!

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